Alimentazione/Approfondimento

a cura di InizioLunedi

Ogni mese approfondimenti sul mondo della nutrizione scritti e pensati dalle nutrizioniste dello studio InizioLunedì e da altr* professionist* che si occupano di alimentazione in vari modi e contesti.



Cibo ed emozioni: un legame profondo
Perché si dice “mi si è chiuso lo stomaco”?
E perché, in periodi particolarmente stressanti, tendiamo a mangiare di più?

Storicamente, sin dai tempi di Cartesio, si ha avuto la grande pretesa di scindere il corpo e la mente, come se fossero due entità separate.
Ma allora perché il nostro comportamento alimentare si modifica in base al nostro stato d’animo?
Perché esiste il detto “mi si è chiuso lo stomaco”?
O al contrario, perché in periodi particolarmente stressanti, tendiamo a mangiare di più?
Se mente e corpo fossero completamente separati e non potessero interagire, nessuno di noi farebbe esperienza di questi fenomeni nella vita di tutti i giorni. Infatti i centri della fame e della sazietà si trovano nell’ipotalamo, parte del sistema nervoso centrale. Non a caso, anche la regolazione emotiva ha sede centrale, precisamente nel sistema limbico.
Il cibo, inoltre, è capace di produrre piacere, come altre sostanze che attivano il circuito della gratificazione.
Ecco che, si mangia (di più o di meno) a seconda dell’emozione che proviamo. Si arriva a mangiare fino a cercare di colmare qualche vuoto, fino ad avere l’illusione di poter esercitare il nostro controllo, modulando il nostro comportamento alimentare.
Parliamo di emotional eating, in italiano “fame emotiva”, quando più che per la fame o la sazietà, la ricerca e il consumo del cibo passano attraverso il bisogno di modificare un’emozione o sono volti ad affrontare un evento che provoca del disagio emotivo.
L’emotional eating si accentua nelle persone che si sottopongono a delle diete particolarmente restrittive e/o privative, come i protocolli che escludono totalmente delle macrocategorie di alimenti (solitamente le vecchie e care fonti ricche di carboidrati), che hanno una serie di alimenti proibiti o che portano al conteggio ossessivo delle calorie ingerite.
Ora che l’alimentazione “sana” è sempre più focalizzata su numeri, calorie e magici protocolli dietetici, bisognerebbe riflette sull’importanza dell’aspetto emozionale legato al cibo, che metta al primo posto la convivialità e il piacere legato al momento del pasto.
Ciò permetterà naturalmente al nostro pattern alimentare di regolarizzarsi e diventare uno stile di vita, in cui ogni alimento è il benvenuto. È utile anche, piuttosto che demonizzare gli episodi di fame emotiva (di cui preoccuparsi eventualmente se sono la nostra unica risorsa e/o se diventano vere e proprio perdite di controllo), capire cosa li ha scatenati, e anziché intraprendere un percorso dietetico, valutare l’approfondimento della conoscenza di sè stessi, attraverso un percorso psicoterapico.

SOFIA DEMARTIS
Biologa, nutrizionista
@UNALTRANUTRIZIONISTASUIG 

 

 

Mi chiamo Sofia Demartis, sono Biologa Nutrizionista,mi sono formata presso l’Università degli Studi di Cagliari e successivamente presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma.
Ho come obiettivo quello di far vivere agli altri un rapporto col cibo che sia il più sereno possibile, che si riesca a liberare di tante imposizioni che ci arrivano a causa della disinformazione o dai social media e dagli stereotipi imposti dalla diet culture.
Cerco di spostare il focus dal protocollo dietetico allo stile di vita e dal peso corporeo alla salute, essendo sempre più convinta del fatto
che la prevenzione passi proprio dalla tavola.
Da queste premesse nascono interesse e passione per i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, di cui al momento mi occupo, lavorando presso la
Residenza Madre Cabrini DCA di Pontremoli (MS), che cura prevalentemente persone con diagnosi di Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa, Disturbo da Alimentazione Incontrollata e/o Obesità.


 

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