Campi vicini/1

GUSTO E DISGUSTO
a cura di MARCO SANTARELLI

MEGLIO UN UOVO
Mangiare un simbolo e riconoscerlo dal gusto

Èentrata la primavera, il rinnovamento periodico della natura che ha come immagine e simbolo, l’uovo. Ecco allora la ricca tradizione di ricette con le uova, sia dolci sia salate. Al giorno d’oggi acquistarle è molto semplice vista la grande scelta offerta dalla più piccola pizzicheria, sino al più esteso ipermercato. In casa sono molto utilizzate, soprattutto per frittate, facili da eseguire, veloci da cuocere; molto meno usate per i dolci, i quali vengono per lo più comprati o nei negozi o nelle pasticcerie. E nei dolci di uova se ne usano veramente tante, anzi, sono indispensabili.

Ma se per le uova in guscio siamo mediamente ben informati; poco o nulla sappiamo delle uova utilizzate nei prodotti industriali. E a questo punto si rileva una prima contraddizione: nel nostro Paese, i consumatori sono riluttanti nel comprare uova d’importazione perché preferiscono le uova nazionali, fresche con una etichettatura chiara e leggibile. Detto questo l’Italia importa (dati Eurostat) nell’ordine: 50 milioni di tonnellate di uova e prodotti affini dalla Polonia; quasi 20 milioni dalla Spagna; 6 milioni dall’Olanda; 5,7 milioni dalla Romania; 3,7 dalla Francia e 3,2 dalla Slovacchia. Questa enorme massa di prodotto importato è dovuto (descritto in maniera assolutamente stringata e insufficiente) al costo concorrenziale rispetto a quello del prodotto italiano.

Ma dove va a finire tutta questa massa di uova, se i nostri consumatori preferiscono comprare le uova a guscio italiane? Ovviamente nell’industria dolciaria in confezioni tipo “long-egg” congelate o altre confezioni e di  prodotti ovicoli. Detto questo, vorremmo fare una piccola considerazione: avendo a disposizione l’etichettatura delle uova (rileggiamo insieme i numeretti stampati sul guscio partendo dal primo a sinistra: 3 in gabbia, 2 a terra, 1 all’aperto o biologiche; poi il paese di origine che per noi è IT, gli altri numeri sono il codice dello stabilimento) e la data di confezionamento, possiamo quindi comprare secondo le nostre convenienze; in tutti i negozi si trovano ottimi prodotti (anche biologici); dal burro alla farina; abbiamo una discreta tradizione di dolcerìa casalinga, perché, quindi, non prepararci i dolci a casa?

I dolci non saranno come quelli che vediamo nelle vetrine delle pasticcerie o nelle fotografie di riviste patinate; ma i bruciori di stomaco almeno li avremo sconfitti.

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