Campi vicini – In vino veritas 7/23

VIN BRULE’
CALDO E SPEZIATO CONFORTO D’INVERNO

Ecco le feste natalizie ed eccoci a parlare di vino. In questo spazio abbiamo già affrontato in passato l’argomento su quale sia il miglior abbinamento per i dolci, in particolare con il gelato, e quale sia la maniera migliore per gustare lo Champagne, ragion per cui non ritorneremo sull’argomento. Dato che le feste natalizie hanno ancora un fortissimo ancoraggio nella famiglia (“Natale con i tuoi…), e una buona dose di tradizioni ancora vive, abbiamo pensato di parlare di una di queste che negli anni è alquanto sbiadita: il vino caldo.
In genere si beve lontano dai pasti (quindi anche dal gelato servito come dessert) per il gusto e per riscaldarsi o per tenere alto il tenore di allegria. I più lo chiamano “vin brulé”, ma se andate in Francia nessuno capirà cosa mai intendiate con questa espressione, soltanto quando direte “vin chaude” sarete capiti.
Ma torniamo al vino caldo così inebriante che viene anche usato per curare raffreddori o per ridare energia: si usa il vino rosso messo in un pentolino con qualche cucchiaiata di zucchero, tre o quattro chiodi di garofano, abbondante scorza di limone (o se preferite arancia) e qualche pezzetto di cannella sminuzzata. Raggiunto il bollore si spegne il fuoco e se volete dare un tocco di magia, con attenzione avvicinate al pentolino la fiammella di un fiammifero per avere l’effetto “flambé”.
Vi è un vino caldo per il quale va rispettato il metodo e il dosaggio da speziale che si prepara nella seguente maniera: in una casseruola versate un litro di vino rosso e aggiungeteci 80 gr di zucchero, 3 pezzi di cannella frantiumati a mano, 3 chiodi di garofano , una grattata di noce moscata, qualche foglia di alloro disseccata e sbriciolata, mezzo baccello di vaniglia aperto, la scorza di un limone. Portate a bollore e fate bollire per una decina di minuti, quindi filtrate e riportate a bollore per qualche istante. Servite quindi nei bicchieri solitamente usati per i punch e bevete caldo.

rubrica a cura di MARCO SANTARELLI



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