I FILM DEL MESE
a cura di MARIO MAZZETTI
fice.it – Federazione Italiana Cinema d’Essai
IL CAFTANO BLU
di Maryam Touzani
Sceneggiatura: Maryam Touzani, Nabil Ayouch Fotografia: Virginie Surdej | Montaggio: Nicolas Rumpl | Musiche: Kristian Eidnes Andersen | Interpreti: Lubna Azabal, Saleh Bakri, Ayoub Missioui, Mounia Lamkimel, Zakaria Atifi | Produzione: Les Films du Nouveau Monde, Ali n’Productions, Velvet Films, Snowglobe Films | Distribuzione: Movies Inspired
Francia/Marocco/Belgio/Danimarca 2022 | colore 122’
Nelle sale dal 21 settembre
A tre anni di distanza dal convincente esordio Adam, la regista marocchina Maryam Touzani si conferma una cineasta capace di toccare e gestire le corde emotive più profonde e sensibili in film di grande impatto e trasporto cinematografico. Presentato al Certain Regard di Cannes 2022, dove si è aggiudicato il Premio Fipresci della critica internazionale, Il caftano blu è un thriller degli affetti in grado di evitare i momenti retorici o sopra le righe che, solitamente, abbondano in progetti simili.
Il film racconta la dinamica relazionale tesissima e serrata che si instaura tra tre personaggi: Halim è un sarto di tutto rispetto, che da molti anni lavora in una bottega supportato dalla moglie Mina, donna malata ma sempre pronta ad intervenire in aiuto del marito. Farà il suo ingresso in scena (e in famiglia) un giovane apprendista, Youssef, che non solo dovrà imparare le tecniche del mestiere lavorando alla realizzazione del caftano che dà il titolo al film, ma scardinerà alcune dinamiche sociali e affettive.
Touzani lavora sulla superficie ammaliante e magnetica degli oggetti; mette in scena i dettagli della bottega, gli attrezzi di lavoro, le trame fittissime e geometriche del caftano blu che diventa ben presto il simbolo di una coppia, una famiglia, una città e uno Stato altrettanto labirintici e appariscenti, ma che al loro interno nascondono più di qualche segreto. (Simone Soranna, da Vivilcinema n. 4/2023)
L’ULTIMA LUNA DI SETTEMBRE
di Amarsaikhan Baljinnyam
Sceneggiatura: Amarsaikhan Baljinnyam, Bayarsaikhan Batsukh, dal romanzo di T. Bum-Erden | Fotografia: Joshua Fishe | Montaggio: Bayarsaikhan Batsukh | Musiche: Odbayar Battogtokh Interpreti: Amarsaikhan Baljinnyam, Tenuun-Erdene Garamkhand | Produzione: IFI Production | Distribuzione: Officine Ubu
Mongolia 2022 | colore 90’
Nelle sale dal 21 settembre
Dal romanzo breve Tuntuulei di T. Bum-Erden, L’ultima luna di settembre è l’opera prima del regista Amarsaikhan Baljinnyam, anche co-sceneggiatore e protagonista accanto al giovanissimo e bravissimo Tenuun-Erdene Garamkhand, nel ruolo di un bambino che vive coi nonni in una iurta sugli altipiani della Mongolia.
La storia è semplice quanto potente grazie all’ambientazione, un paesaggio che, come in altri film mongoli degli anni passati, ne è quasi coprotagonista: luoghi aspri, al tempo stesso immensi e lievi, remoti ed essenziali. Tulgaa vive da anni in città ed è in un momento difficile della relazione con la compagna come della sua vita, di ritorno nella vallata dov’è nato e cresciuto per assistere il padre nei suoi ultimi giorni. L’uomo decide di restare per portare a termine il raccolto prima dell’ultima luna piena di settembre, come avrebbe voluto il padre. Tuttavia non sa più vivere lì, ed è un ragazzino sveglio e intraprendente non solo ad aiutarlo ma a farlo riconnettere con quel luogo, e soprattutto con se stesso. I due costruiscono, anche se per poco tempo, una relazione padre-figlio impossibile e commovente, in cui le emozioni profondissime si perdono nei paesaggi sconfinati e nella ruvidità di relazioni tra persone abituate a vivere isolate.
Il film è la lettera d’amore del regista al patrimonio culturale mongolo, un invito a “rompere con il caos e la frenesia della società e a godersi la poesia di una storia umana che ci conduce alle nostre radici”. (Chiara Barbo, da Vivilcinema n. 4/2023)
di Fabio Mollo
Sceneggiatura: Giulia Calenda, Furio Andreotti, Fabio Mollo, dal libro di Luca Trapanese e Luca Mercadante | Fotografia: Claudio Cofrancesco | Montaggio: Filippo Montemurro Musiche: Giorgio Giampà | Interpreti: Pierluigi Gigante, Teresa Saponangelo, Barbora Bobulova, Alessandro Piavani, Antonia Truppo, Iaia Forte | Produzione: Cattleya | Distribuzione: Vision
Italia 2023 | colore 113’
Nelle sale dal 28 settembre
Tra tanti aggettivi utili a etichettare certi film, necessario è quello che meglio si addice a Nata per te di Fabio Mollo. Ispirato a una storia vera e al libro di Luca Trapanese e Luca Mercadante, racconta un’esemplare vicenda d’amore, contrastata dai pregiudizi assecondati da una legislazione arretrata.
Luca (Pierluigi Gigante) è un single che lavora come operatore in un centro di recupero per disabili. È credente, è gay e sogna di diventare padre. Nel presentare domanda di affido al tribunale, si dichiara disposto ad accogliere bimbi con qualsiasi disabilità. Il tribunale lo convoca per Alba, una neonata abbandonata afflitta dalla sindrome di Down, ma appena si scopre la sua inclinazione sessuale la richiesta è respinta: meglio una famiglia considerata tradizionale e, in mancanza, l’assistenza sociale. Luca si dispera, perde addirittura il compagno che non capisce la sua ossessione. Al suo fianco, fortunatamente, trova un’agguerrita avvocata che non si dà per vinta e ingaggia una battaglia con chi, a termini di legge, dovrà decidere del futuro di Alba.
Tra flashback, momenti di gioia e disperazione, il film scorre con una descrizione precisa dei personaggi e degli ambienti, senza inutili concessioni alla retorica. Nel finale, sorprendente e commovente, si ricorda il giorno (il 22 giugno 2018) in cui a Napoli, con sentenza, cambiarono molte cose per i diritti dei bambini. Ottima l’interpretazione di Teresa Saponangelo, Pierluigi Gigante e Barbora Bobulova. (Gabriele Spila, da Vivilcinema n. 4/2023)
KAFKA A TEHERAN
di Ali Asgari e Alireza Khatami
Sceneggiatura: Ali Asgari e Alireza Khatami | Fotografia: Adib Sobhani | Montaggio: Ehsan Vaseghi | Musiche: Masoud Fayaz Zadeh | Interpreti: Majid Salehi, Gohar Kheirandish, Farzin Muhaddit, Sadaf Asgari, Hossein Soleimani | Produzione: Taat Films, Seven Sprigs Pictures | Distribuzione: Academy Two
Iran 2023 | colore 77’
Nelle sale dal 5 ottobre
Presentato al Certain Regard di Cannes 2023, Kafka a Teheran, scritto e diretto da Ali Asgari e Alireza Khatami, offre un incisivo ritratto della vita a Teheran: una sequela di vessazioni burocratiche, assurdi divieti e abusi perpetrati dai funzionari del regime teocratico iraniano.
Beffardo, grottesco, amaro ma anche audace, il film è una commedia a episodi ispirata da evenienze reali, che rivela anche una puntuale denuncia politica. Gli autori propongono una messa in scena spartana e del tutto originale raccontando dieci microstorie, ognuna della durata di 7 minuti e girata in interni, con camera fissa e in un’unica sequenza. La costante è quella di un personaggio che vive una piccola odissea umiliante, durante la quale conversa con un’anonima controparte: un interlocutore sospettoso e scontroso, che non è mai visibile.
Un padre si reca all’anagrafe per registrare il figlio neonato, ma il nome che ha scelto, David, non viene accettato perché ritenuto estraneo alla religione e alla cultura persiane. Una giovane viene fermata dalla polizia perché non indossa lo hijab mentre guida la propria auto. Una madre acquista l’uniforme scolastica per la figlia, che lascia scoperto solo il viso della bambina. Un’anziana denuncia la scomparsa del proprio cane e scopre che è stato sequestrato dalla polizia, perché si tratta di un animale impuro. Un regista non può girare il suo film finché non viene approvata la sceneggiatura… Fino all’epilogo, pregnante e dirompente. (Giovanni Ottone, da Vivilcinema n. 4/2023)