NOI E LO SPORT
Rubrica a cura di Gelato d’essai
Qualcuno se ne sarà accorto, per qualcun altro sarà una novità…
Noi, fino ad oggi, non ne abbiamo paQualcuno se ne sarà accorto, per qualcun altro sarà una novità… Noi, fino ad oggi, ne abbiamo parlato poco non perché fosse poco importante ma, anzi, per potergli dedicare il giusto spazio dentro Emulsioni che, da questo numero, aggiunge una nuova rubrica, dedicata al mondo del sport.
Abbiamo iniziato in realtà già ad agosto, condividendo nelle nostre storie Instagram, il racconto del primo Camp organizzato dalla Elite Training in collaborazione con Triathlon Italia tenutosi a Livigno. Tra gli sponsor dell’iniziativa, orgogliosi e felici di esserci, figurava anche il marchio Gelato D’essai.
Ora inauguriamo questa rubrica raccontandovi proprio di “Elite Training” e cosa abbiamo pensato di fare insieme.
E con “insieme” intendiamo tutti coloro i quali andranno ad unirsi per praticare un po’ di sano allenamento condiviso!
Ma andiamo con ordine: per raccontarvi al meglio di cosa parliamo, abbiamo intervistato Matteo Pellizza,
fondatore dell’associazione sportiva “Elite Training” e Gea Scardini, atleta e membro dello staff.
LA CORSA, UN FUTURO POSSIBILE
Portare i ragazzi ad inseguire il sogno sportivo
Matteo, quando hai iniziato ad appassionarti alla corsa?
Ho iniziato a correre 8 anni fa. Inizialmente l’ho fatto solo per rimettermi in forma, senza pensare a gare e competizioni; poi dopo 6 mesi, quasi per caso, ho iniziato con le prime gare e da li è “iniziata la malattia” (ride, ndr). È una storia lunga, in sintesi avevo iniziato ad allenarmi per entrare nelle forze speciali della Marina, ma non potendo accedere immediatamente mi sono trasferito a Roma e iscritto provvisoriamente alla facoltà di scienze motorie. Ho iniziato anche a lavorare nell’ambiente e alla fine la libertà e lo stile di vita di questo periodo mi sono piaciuti così tanto da farmi cambiare programma, e così il mio obiettivo è diventato quello di portare altri ragazzi ad inseguire il sogno sportivo.
Cosa intendi con “sogno sportivo”?
Io penso che lo sport può darti il futuro. Il problema è che nessuno in Italia riesce a vedere lo sport, e in particolare l’atletica, come una possibile e concreta scelta di vita per il futuro. Io a 26 anni posso dire di aver girato mezzo mondo, riuscendo anche a guadagnare facendo gare; ma tutto questo non viene mai spiegato o raccontato.
Quando e perché hai fondato “Elite Training”?
L’idea nasce nel 2021 e si è poi concretizzata l’anno seguente. L’ho fondata insieme a due cari amici, favorevoli all’idea. Poi si è unita a noi anche Gea. Nasce dalla necessità mia, e degli atleti che vedevo intorno a me, di scegliere con più libertà per quali competizioni allenarsi.
Qualsiasi allenatore, di qualsiasi società, con il quale ho avuto a che fare ad un certo punto faceva pressioni per farmi correre secondo le sue regole; ci sono tantissimi atleti che vorrebbero fare la propria esperienza a livello sportivo ma non possono perché devono rispettare il volere della società. Quindi l’Elite nasce come punto di libertà per gli atleti che fanno Spartan, Trail, corsa su strada etc. Dentro l’elite sono liberi di fare quello che vogliono.
Quindi a chi si rivolge Elite?
In particolare ad atleti, come me, che pur avendo la possibilità di fare bei piazzamenti nei vari tipi di campionati regionali, si trovano intrappolati dalle società che pretendono che gli unici eventi importanti siano quelli scelti da loro, ignorando quello che sarebbe il calendario sportivo individuale.
Gea, ad esempio, mi racconta che si è trasferita all’Elite proprio perché altrimenti si troverebbe costretta a fare anche gare dei campionati di società non propriamente della sua specialità e con cui si trova poco a suo agio oppure che combaciano con altre gare a cui preferirebbe partecipare.Queste la sue parole: “Quando mi alleno tutto l’anno per una certa gara è frustrante poi invece ritrovarsi a fare gare che la società mi richiede perché ha interesse ad aumentare il suopunteggio che accumula per le partecipazionidei propri atleti”
Matteo prosegue facendomi un esempio concreto per spiegarmi che tipo di società intende portare avanti.
Quest’anno abbiamo iniziato ad allenare anche Angelini, il campione italiano di triathlon il quale pur non gareggiando per noi, lavora con noi perchè lo scopo di lucro non è tra i nostri obiettivi. Abbiamo anche atleti che hanno collaborato con noi per delle sponsorizzazioni, e abbiamo sempre trasferito tutte le somme agli atleti senza trattenere nulla, lo facciamo davvero per passione per questo sport.
Come funziona in sintesi l’Elite e i vostri Camp?
Per chi si vuole tesserarsi con noi esiste un calendario per partecipare alle gare con la nostra squadra, ma rimane sempre a discrezione dell’atleta il volervi partecipare, senza nessun vincolo! A partire da quest’anno poi abbiamo iniziato ad organizzare degli eventi, siamo partiti con un primo Camp a Luglio a cui è seguito quello di Livigno ad Agosto, in futuro ne faremo uno più breve di 3 giorni a Settembre per poi ricominciare nel a Febbraio del 2024 in Spagna, ma questo per ora è uno spoiler, ne parleremo nei nostri canali social per tutti coloro che sono interessati.
I camp quindi non riguardano solo i vostri iscritti?
No, i camp sono aperti a tutti e sono. organizzati per l’atletica e per il triathlon. L’obiettivo dei camp è quello di migliorare la corsa, e in generale l’allenamento, da un punto di vista didattico, ma anche e soprattutto quello di sperimentare una vita da atleta professionista. Vengono quindi eseguiti volumi di allenamento importanti, viene studiata la prestazione nel dettaglio e sul singolo allenamento, prima dei camp facciamo una riunione anche per parlare di tutto quello che riguarda l’integrazione, perché spesso si sottovaluta quanto sia proprio un lavoro, sia in termini fisici che di impegno, portare avanti uno sport in maniera professionale. Ad agosto ad esempio solo di allenamento ho superato le 60 ore, a cui vanno aggiunte le parti “di cura” come i massaggi, la fisioterapia, ecc.
Quindi il camp rappresenta proprio un’immersione in quella che sarebbe la vita di un professionista, ed è anche in questo modo che provo a divulgare l’idea che la corsa può a tutti gli effetti essere un lavoro!
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