
LA STORIA
LO ZUCCHERO: IL FARMACO CHE CI TRASFORMO’ IL GUSTO
Diffuso nel Medioevo dagli Arabi, durante la loro occupazione della Sicilia e della Spagna, e già gustato dai cristiani in occasione delle crociate, lo zucchero era pur sempre una merce rara e costosa, prescritta dai medici o usata con estrema parsimonia nelle pietanze.
Pian piano crebbe il suo consumo, e veneziani e genovesi, accorti mercanti, lo esportavano ovunque il mercato di allora richiedesse quella e altre spezie. Addirittura a Venezia, per meglio conservarne la qualità e semplificare il commercio, veniva rifuso e raffinato, e poi venduto insieme al grezzo o bruno e alla melassa.
Nel XVI secolo si affermava definitivamente il gusto del dolce e per soddisfare la crescente richiesta del mercato, in Sicilia (già riconquistata dai normanni) nacquero numerosi zuccherifici, così come in Spagna. La domanda di zucchero era tale che i portoghesi, scopritori di Madera nel 1419, portarono lì piante e tecnici dalla Sicilia e nel giro di qualche decennio l’isola divenne il principale fornitore di zucchero dell’Europa occidentale, e la produzione nell’isola crebbe così tanto da aversi una vera e propria sovrapproduzione.
Fu così che nel 1498, per arrestare la caduta del prezzo dello zucchero, il re del Portogallo Manuel I decise di limitarne l’esportazione dall’isola a 120.000 arrobe, ovverosia a 1.780 tonnellate. Oltre a Madera, anche nelle isole Canarie, conquistate dagli spagnoli nel 1480, e a Sao Tomé, presa dai portoghesi nel 1483, vi furono grandi produzioni di zucchero.
Sempre nel XVI secolo lo zucchero cominciò ad essere venduto dai droghieri come prodotto esotico. “Mentre prima lo zucchero era reperibile solo nei negozi dei farmacisti che lo tenevano esclusivamente per la cura delle malattie, oggi lo si divora per ghiottoneria”, scriveva nel 1572 Ortelius, il famoso cartografo fiammingo, il quale aggiungeva: “Quel che un tempo serviva come medicina, oggi si serve come alimento”.
E da allora per l’alimento zucchero è stata una marcia trionfale con qualche critica, nei giorni nostri, per contenerne il successo o il consumo smodato.